«Gli ho soltanto detto: vai, cosa aspetti?»: i brasiliani sono come gli
argentini e come tutti i sudamericani. Fraternizzano e si compattano
come pochi quando sono lontani dal proprio Paese. Jorginho conosce
Alemao e Careca, bandiere di un Napoli di vent’anni fa, e
prima di prendere la decisione più importante della carriera, chiese
loro lumi sulla squadra azzurra. Alemao ha spazzato via ogni indugio.
«Non c’è nemmeno da pensarci. Se davvero quel club ti vuole e c’è la
possibilità di andare a giocare lì, saluta Verona e imbarcati sul primo
volo per Napoli»: da un brasiliano che ha fatto la storia a un
altro che intende scriverla, il messaggio è stato perfettamente
recepito, almeno a giudicare dalla concentrazione e dalla intensità che
l’ex gialloblù ha mostrato nei primi allenamenti a Castelvolturno.
«Gli ho soltanto detto: vai, cosa aspetti?»: i brasiliani sono come gli
argentini e come tutti i sudamericani. Fraternizzano e si compattano
come pochi quando sono lontani dal proprio Paese. Jorginho conosce
Alemao e
Careca, bandiere di un
Napoli di vent’anni fa, e
prima di prendere la decisione più importante della carriera, chiese
loro lumi sulla squadra azzurra. Alemao ha spazzato via ogni indugio.
«Non c’è nemmeno da pensarci. Se davvero quel club ti vuole e c’è la
possibilità di andare a giocare lì, saluta Verona e imbarcati sul primo
volo per
Napoli»: da un brasiliano che ha fatto la storia a un
altro che intende scriverla, il messaggio è stato perfettamente
recepito, almeno a giudicare dalla concentrazione e dalla intensità che
l’ex gialloblù ha mostrato nei primi allenamenti a Castelvolturno.
Perché tanta fiducia? «Conosco il ragazzo: ha piedi buoni e una
notevole visione di gioco. Ha fatto enormi miglioramenti nell’ultima
stagione e la sua crescita non mi sorprende, è pronto per un club di
alta classifica». Sarà titolare o allungherà la panchina? «E' un
elemento dotato di spessore tecnico, può tornare utile in qualsiasi
ruolo di centrocampo. Non chiedetemi se deve giocare o meno perché
immaginate la mia risposta e nemmeno conosco le intenzioni di
Benitez.
Se però io fossi il titolare, non sarei tranquillo con Jorginho che scalpita». Il
Napoli
tatticamente rivedrà qualcosa per favorire il suo inserimento nella
linea mediana? «Jorgino sta bene sia in un centrocampo a tre che a
quattro, così come è perfetto quando viene posizionato davanti alla
difesa. Ne riparleremo dopo che lo avrete visto all’opera». La società è
ancora alla ricerca di altri colpi giusti. Il mercato chiude i battenti
tra una settimana, dal Brasile arriverà la vera sorpresa? «Qui si parla
tanto di un possibile trasferimento in azzurro di Ralf.
E' un centrocampista che marca benissimo e che recupera molti palloni.
Tra l’altro ha fatto già parte della Nazionale e questo significa che
stiamo parlando di un calciatore di primo livello. Ralf dà una grossa
mano quando si posiziona dinanzi alla linea difensiva, è specialista
nello spezzare la manovra avversaria». In Brasile come sono valutati
Henrique e Doria? «Il primo non è male, anche lui vanta qualche
convocazione nella selecao. Doria? Non so se sia pronto per giocare in
una squadra cosi importante come il
Napoli.
Gli azzurri hanno bisogno di calciatori già pronti, senza dover
aspettare la loro crescita nel calcio italiano. Forse è questo il motivo
per il quale lo scudetto non arriva: si migliora di anno in anno ma sul
mercato occorre cambiare strategia. E' ora di far sbarcare a
Napoli qualche altro top-player». Il Mattino.