Il fastidio muscolare che di tanto in tanto lo tormenta si ripresentato
proprio nel momento migliore della sua stagione. Un piccolo problema al
polpaccio, che solo grazie alla fortuna non si è tramutato in una vera e
propria contrattura. Eppure il fastidio (si parla di affaticamento)
tormenta Hugo Campagnaro da qualche settimana...
Mazzarri lo ha tenuto a riposo nelle ultime tre partite (ma domenica era in panchina) lasciandolo fuori dai titolari nelle gare in cui il Napoli ha archiviato il secondo posto matematicamente. Ma per il difensore argentino questo finale di stagione non è uno qualsiasi: le ultime gare per lui lo sono in tutti i sensi, perché dal 1 luglio sarà un giocatore svincolato, o meglio, pronto ad accasarsi all'Inter, la sua prossima squadra. Un addio super annunciato, visto che la trattativa per il rinnovo, di fatto, non è mai decollata. Il “Toro di Cordoba” aveva chiesto di superare il milione di ingaggio per il suo ultimo contratto in Serie A, e forse meritava il riconoscimento. Del resto è il difensore tecnicamente e fisicamente più dotato della squadra. Ma già questo inverno Bigon ha risposto sempre con un rigoroso “Non se ne parla, mi spiace”, giustificando il diniego al rinnovo con le politiche societarie, che non permettono al club di aumentare sensibilmente lo stipendio a un giocatore che ha superato i 30 anni. E così che la storia tra Campagnaro e il Napoli si avvia alla fine: però il difensore non vuole salutare l'azzurro guardando da fuori. Già domenica si è dispiaciuto di non poter dire arrivederci al San Paolo con la maglia sudata: cosa che lui ha sempre fatto, e in particolar modo in questa sua ultima stagione ha giocato a livelli straordinari, sia come impegno che come rendimento. Hugo ci tiene a recuperare e a giocare titolare domenica sera all'Olimpico: vuole giocare l'ultima in azzurro proprio nello stadio in cui ha segnato contro la Lazio, in quel pareggio in extremis che segnò il vivo di un periodo di relativa crisi vissuta dalla squadra di Mazzarri, che con quattro pareggi e una sconfitta si giocò le possibilità di avvicinare la Juventus e il “sorpasso” nello scontro diretto del 1 marzo. Ormai è già storia, ma per Campagnaro questa non è finita: altri novanta minuti per dare tutto, e poi alzare le braccia al cielo e baciare per l'ultima volta quella maglia che lui non avrebbe mai più voluto togliersi.
Fonte : di Giovanni Scotto per Il Roma
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