Parola al capitano. Che del Napoli è il condottiero in campo e anche
fuori: «Per lo scudetto è ancora tutto aperto». Una bomba. Un colpo di
fulmine, una saetta che squarcia il grigiore dell’amarezza dei
sessantamila, in attesa da mesi della grande sfida con la Juve e da un
paio di stagioni di una vittoria con l’avversario più sentito della
storia. Paolo Cannavaro, napoletano e cuore azzurro, non si perde
d’animo e trascina tutti: «Non è finita». Carattere e fiducia.
IL MATEMATICO - E allora, il resoconto del pareggio. Dell’1-1 che ha confermato la forza della candidatura tricolore della Juve, ma soprattutto il potenziale del Napoli: gli azzurri hanno dimostrato ancora una volta di essere all’altezza dei campioni d’Italia, e anzi un paio di occasioni – su tutte quella di Dzemaili – gridano vendetta. Cannavaro ne è perfettamente consapevole, probabilmente, ma nonostante tutto preferisce fare poca filosofia e dedicarsi più che altro alla scienza. Applicata alla corsa-scudetto: «L’aritmetica non ha ancora emesso alcun tipo di verdetto, anzi, e dunque ci proveremo ancora. Proveremo a restare in scia fino alla fine».
CHE PECCATO - Giusto così, del resto. Il campionato non è finito, mancano ancora undici giornate e i punti in palio sono 33 punti: il dovere del capitano è stemperare e alimentare la fiducia. E anche sottolineare gli aspetti eventualmente positivi: «Io dico che un pareggio non è un risultato negativo: ci permette di confermare la distanza di sei punti da questa Juve, una grande squadra. Prima in classifica con merito. La partita ci ha spiegato quanto è dura affrontare i bianconeri. Noi, però, ce l’abbiamo messa tutta, e credo che sia emerso chiaramente dal campo. Abbiamo provato a vincere fino alla fine». Un’analisi che non fa una grinza. Fermo restando un rammarico grande così legato a qualche errore di troppo davanti o dalle parti di Buffon:
«Sì, è vero: poteva essere una partita diversa e diventare una notte diversa, è vero, ma questo potrebbe valere anche per loro». Vero, verissimo. Però lo è altrettanto un dato: nelle ultime sette partite, coincise tra l’altro con il digiuno di Cavani, il Napoli ha realizzato appena quattro gol e fatto incetta di rimpianti. «La fortuna non ci sta aiutando». Non è un alibi, quello di Cannavaro, ma una considerazione: «Sì, non ci gira troppo bene in questo periodo, speriamo che finisca presto. Nonostante tutto». Cosa? «Siamo ancora a lì, a ridosso della Juve: abbiamo giocato una buona partita, tenuta testa ai campioni e creato un bel po’ di gioco e occasioni».
LA SPERANZA - Non resta che attendere e continuare la rincorsa. Sperando magari in qualche passo falso: «Sì, magari in concomitanza con la Champions: il calendario è difficile per tutti, anche per la Juve, magari proveremo ad approfittare di qualche passo falso. Se arriverà». Conclusione dedicata al pubblico. Ai sessantamila del San Paolo che, prima della partita, hanno prodotto una cornice da brividi: «La coreografia della curva, quel Vesuvio che spesso in giro è oggetto di una serie di cori contro i napoletani, è stata stupenda. Sensazionale. Il nostro è un pubblico fantastico, e non lo abbiamo certo scoperto in questa occasione». Corriere dello Sport .
LEGGI ANCHE: