"Il modo più giusto per comunicare nel mondo del calcio? Non c'è
una ricetta. Però c'è una cosa che conta: la personalità. Conta nella
vita di tutti i giorni, nella politica, nell'economia. E il mondo del
pallone non fa certo eccezione". Ilaria D'Amico,
"imperatrice" indiscussa del calcio in televisione, esamina il fenomeno
Rafa Benitez. Il suo modo, assolutamente inedito per Napoli, di
comunicare e di farsi conoscere....
Secondo lei è efficace lo stile Rafa?
"Benitez ha un modo istrionico di fare. E' in sintonia con Napoli e, per questo suo approccio, ha un ottimo affiatamento anche con il presidente De Laurentiis".
In che senso?
"E' un appassionato di social network. Un fronte sul quale è attivissimo, una nuova entusiasmante passione che lo unisce al presidente".
Ed è un modo di comunicare "giusto"?
"Non credo ci sia, in assoluto, un modo giusto per essere efficaci, per fare centro. Bisogna, ripeto, avere personalità, sapere con esattezza cosa si vuole comunicare e perchè. Stimo Benitez, e la mia valutazione non si ferma all'allenatore: mi piace proprio la persona Benitez e Napoli saprà costruire un bel rapporto con lui, nelle differenze di personalità e culturali. Ma è impossibile definizione una via giusta per arrivare a questo risultato".
A proposito di differenze, Benitez e il suo predecessore Mazzarri sembrano distanti anni luce nel modo di presentarsi all'esterno
"Entrambi hanno personalità da vendere. Sono certamente molto diversi, ma entrambi molto efficaci".
Mazzarri è molto più spigoloso, ruvido
"Trovo la comunicazione di Mazzarri molto efficace, ma certo dobbiamo considerare quando sia diverso per formazione da Benitez. E' un toscano di scoglio, più ruvido, ma molto comunicativo. Amava esternare i dispiaceri, anche la parte emotivamente più rilevante si faceva sentire. Non si teneva tutto dentro".
Crede che l'approccio di Benitez avrà più presa sulla tifoseria?
"Doverosa premessa: amo la piazza di Napoli perchè io adoro le piazze calde, che trasmettono calore. Se esiste un motivo per cui il tifo ha un fascino - che prescinda beninteso dalla violenza - è il modo passionale di essere vissuto. Ricordo la mia ultima esperienza in città per Napoli Juve e devo dire che, al di là di una fantastica accoglienza da parte dei tifosi, era bello sentire il modo partecipe di Napoli. L'adrenalina pura. Questa tifoseria amerà Benitez. E Benitez amerà questo modo di vivere il calcio, così partecipato, assoluto, empatico. Tuttavia..".
Tuttavia?
"Non mi piace l'idea di dire ''Mazzarri, però..'' Stimo Benitez ma credo che Napoli non possa e non debba disconoscere il debito di riconoscenza che ha nei confronti di Walter Mazzarri, che ha costruito qualcosa di concreto per andare al di là dei disagi e delle giustificazioni. Per andare oltre e costruire un progetto. Come si dice a Napoli ''bisogna volerlo bene''. Mi piacerebbe immaginare che cambiare piazza non gli neghi i meriti acquisiti sul campo. Penso che possa essere una forma nuova di essere passionali, ma più maturi: Mazzarri ha rappresentato tanto per il progetto Napoli. Benvenuto Benitez, con il suo stile, la sua comunicativa, il suo impatto dirompente. Ma onore anche a chi ha lavorato per lasciargli questa squadra e un bel lavoro svolto".
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
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