Lo chiamano il "principino" o il "piccolo lord" perché all'aspetto ci tiene. Ma solo a quello che riguarda il look...
Claudio Marchisio, infatti, 27 anni, piemontese doc, è
orgoglioso per il suo gusto per l'eleganza. E alle partite come per gli
allenamenti si presenta in giacca e camicia. Proprio per distinguersi
dai tanti colleghi, e dai ragazzi della sua età, che preferiscono
tutt'altro tipo di abbigliamento.
Solo di guardaroba, però, si tratta. Perché il "buon"
Marchisio, che non è solo il centrocampista della Juventus ma anche
della Nazionale che dovrebbe rappresentarci tutti, da buon "gentleman"
come si autodefinisce, non esita a rinfocolare nobili sentimenti di
avversione profonda. Tra calciatori, tra tifoserie, tra città.
E alla domanda del giornalista di Style del Corriere della
Sera, su quale giocatore gli suscita una sana vena di antipatia, lui
risponde chiaro: «Non qualcuno in particolare, ma una intera squadra: il
Napoli». E giusto per far capire che il suo è un'avversione, pardon
un'antipatia, ancestrale, precisa che il suo sentimento si è solo
accentuato «dopo le finali ruvide di Coppa Italia e Supercoppa. Quando
me li trovo di fronte scatta qualcosa». Bene, bravo. Un modo per
rendere le partite a pallone solo sani match sportivi, poi quando
esplode la violenza, in campo o sugli spalti, la colpa è sempre degli
altri, non certo dei "principini".
Il Mattino
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