«Stasera si mangia insieme» ha detto il tecnico ai giocatori. Così si cementa il gruppo.
Si aggiungano una trentina di posti al tavolo: a sorpresa, quando
il pomeriggio sembra concluso, l'invito collettivo...
«Ragazzi, stasera
si cena assieme». Eh sì, perché dinnanzi ad un buon piatto, ed in
compagnia, si cementano i rapporti, si allontanano le voci sui disagi,
si cementa un rapporto di sé già solidissimo. Appuntamento intorno alle
ventuno, tutti ad Arco Felice, dove c'è un nuovo ristorante (rimasto
segreto sino a quando proprio non se n'è potuto fare a meno): Mazzarri
vuole certezze e si è affidato a Procolo Lubrano, l'uomo dal quale va a
mangiare quotidianamente ormai dal novembre del 2009; ma stavolta, per
eludere probabilmente chi poteva lanciarsi sull'«Europa» a Pozzuoli, gli
ha chiesto - ed ovviamente ha ottenuto - di liberare una sala (enorme)
del neonato «Convivium», ad Arco Felice, due passi più in là della
Solfatara, in quella ch'era una volta casa-Cavani, facilmente
raggiungibile per chiunque, anche per chi abita a Napoli.
Si è ripetuto un «rito», dunque, già perpetrato persino a Dimaro, in
estate, quando Mazzarri «chiamò» il proprietario del ristorante
preferito per una serata diversa, divertente e gustosa. Ieri, le ragioni
erano altre: intanto, il desiderio di starsene assieme con la squadra,
con Giuseppe Santoro e con Riccardo Bigon, senza la necessità di dover
dare indicazioni, di dover condividere lo stress d'una partita (e delle
lunghe vigilie); un paio d'ore svuotate dal rigore gerarchico che viene
imposto dai ruoli: un modo per avvicinarsi ulteriormente, per fondersi
in una settimana divenuta improvvisamente divenuta centrale, quasi uno
spartiacque. E qualche migliore occasione che ritagliarsi uno spazio
assai personale, depurato da qualsiasi altra implicazione
tecnico-tattica ed arricchita soltanto da un buon piatto. Questa sì ch'è
stata una convocazione speciale.
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