Sono dichiarazioni shock quelle del pentito Luigi Bonaventura, ex capo
mandamento della cosca Vrenna-Bonaventura di Crotone intervenuto nella
trasmissione Presa Diretta in onda su Rai 3. Il pentito oltre a tirare
in ballo il calciatore della Lazio, Giuseppe Sculli, chiama in causa
anche il difensore del Palermo Salvatore Aronica....
'Il calcio in Calabria è quasi tutto controllato dalla ‘ndrangheta, ci
sono decine di squadre controllate. Non è per una questione di soldi, ma
di potere. Senza il calcio non diventi istituzione, non diventi
antagonista allo Stato, non crei consenso popolare, quel consenso che ti
crea un serbatoio di voti che, al momento giusto, puoi dirottare su chi
ti fa comodo. A questo servono le squadre in Calabria: a esercitare
controllo'.
Sono dichiarazioni shock quelle del pentito Luigi Bonaventura, ex capo
mandamento della cosca Vrenna-Bonaventura di Crotone intervenuto nella
trasmissione Presa Diretta in onda su Rai 3. Il pentito oltre a tirare
in ballo il calciatore della Lazio, Giuseppe Sculli, chiama in causa
anche il difensore del Palermo Salvatore Aronica: 'Ci sono carriere
accompagnate, trattamenti di riguardo per chi è vicino alle famiglie, si
fa in modo di mandarli a giocare lontano per avere dei referenti in
altri club, in questo modo puoi avvicinare grandi nomi e realtà che
altrimenti non potresti contattare'.
Sullo schermo iniziano a scorrere le immagini di un giovane Bonaventura
il giorno del suo matrimonio, nel 2000. Meno di 200 selezionatissimi
invitati. Parenti stretti, uomini d'onore finiti in carcere o al
camposanto. Poi arriva Salvatore Aronica, difensore del Palermo, fino a
gennaio in forza al Napoli. '200 invitati sono niente per un
matrimonio di ‘ndrangheta, hai idea di quanta gente ho lasciato fuori?
Aronica era l'unico calciatore presente'.
Sul perchè Aronica sia al matrimonio del boss, Bonaventura non ha
dubbi: 'Aronica era accompagnato dalla cosca dei Vitale di Palermo, coi
quali ero stato in carcere a Crotone. Gli dovevamo un trattamento di
riguardo. Lui quel giorno veniva a portare rispetto, era un modo per far
sapere a tutti che stava con noi. Facendosi vedere a quel tavolo
suggellava un patto tra noi e la mafia'.
Palermo.blogsicilia.
LEGGI ANCHE: