NAPOLI – «Quanto manca?». «Quanto mancano…». La domanda è
al tempo stesso un sospiro, un’osservazione, il riconoscimento del
valore, la certificazione che a star fuori sono due titolarissimi. Juan
Camilo Zuniga e Valon Behrami. Si contano i giorni, si
pesano le assenze. E soprattutto si aspettano. L’aggiornamento è
continuo, il report ormai quotidiano. L’ansia di riaverli è nel lavoro
dei medici, nell’impegno dei preparatori, in quel collo lungo di Benitez che si sporge dal campo per vedere Zuniga e che con la cornetta allunga l’orecchio verso Behrami....
Ogni giorno un po’ meglio. Ogni giorno, un giorno in meno al rientro.
Che non è lontano, eppure neanche vicinissimo. Ci siamo. Quasi.
Allenamenti specifici, terapie, programmi personalizzati e nuovi
controlli prenotati. L’ottimismo è la medicina migliore, gli intoppi e i
fastidi le contro-indicazioni tipiche di infortuni fastidiosi.
IL COLOMBIANO – Zuniga
operato, clinicamente guarito: ora deve accelerare. Il ginocchio non fa
più male. Qualche noia ogni tranto è fisiologica per chi s’è rimesso a
correre e vuole/deve andare forte. C’è la voglia, c’è l’esigenza di
tornare in fretta, c’è la necessità per tutti di ritrovare la forma e lo
sprint migliore. Zuniga osservato. L’aspetta Benitez, lo chiama insistentemente il ct colombiano Pekerman: e gli interessi dei due coincidono. Prima torna, più gioca col Napoli,
meglio sarà per la Colombia ai mondiali. Tre mesi e un po’ fuori, quasi
quattro di fatto. L’ultima foto è a Londra. Sorridente. La firma sul
nuovo contratto, il rinnovo per altri cinque anni, una clausola per
blindarlo, le grandi d’Europa respinte, la soddisfazione di De Laurentiis
e la sfida all’Arsenal la sera. Giocata. Poi i dolori, gli esami,
l’intervento riuscito, la riabilitazione e i primi allenamenti tra
Cerreto Sannita e Castelvolturno.
Zuniga al centro del progetto, del gioco e dei pensieri di Benitez.
«E’ un giocatore importante, peccato averlo avuto per poco tempo. Spero
di ritrovarlo presto. Ha qualità, esperienza e può giocare su entrambe
le fasce. Sono certo che sia lui che i medici stiano facendo il massimo
per rivederlo in campo». Così è.
LO SVIZZERO – E così, è pure per Valon Behrami.
Cinque giorni fa era a Castelvolturno. E’ stata l’ultima visita: ok.
Prima le polemiche, le diverse teorie per guarirlo, il consulto in
Spagna e un tweet scaccia fantasmi. Centoquaranta caratteri. Un referto
medico con sorrisi e pollici su mischiati alle parole. L’intervento è
(sembra) ormai scongiurato. Un altro controllo e andranno via anche i
dubbi residui. Che in fondo sono però prudenza e buon senso. E non
guastano mai. Il piede sinistro non fa ormai quasi o per nulla male.
Eppure sono giorni lunghi a Lugano, a casa sua. Palestra, terapie e
lavoro in piscina. Mattina e pomeriggio. Trattamento doppio: terapeutico
per il piede, rigenerativo per qualche acciacco qua e là che giocando
ogni tre giorni, chi più chi meno, si trascina e trascura. I tempi delle
paure sembrano lontani, quelli del rientro non troppo. «Se al prossimo
controllo non ci saranno problemi, penso che Behrami possa tornare con noi prima di un mese». Febbraio insomma. Il mese che è anche di Zuniga.
Date, partite, previsioni, ognuno ha le sue tabelle e le speranze, pure
se poi sono praticamente le stesse. L’obiettivo è sempre giocare la
partita successiva all’ultima saltata. E non è uno scioglilingua.
Sudore, stress, impazienza, i giorni e gli umori di chi è infortunato
sono tutti uguali. «Quantomanca?», «Quanto mancano…». I tifosi, Benitez, i ct di Colombia e Svizzera, tutti aspettano Zuniga e Behrami. Stanno arrivando. Corriere dello Sport.
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