Urlano «Ca-pi-ta-no». E poi invocano il nome di Gianluca Grava, come al
solito a Castelvolturno prima di tutti gli altri.
È la risposta dello
spogliatoio del Napoli, dopo che la notizia si è ormai diffusa e
l’allenamento del pomeriggio diventa tutto tranne che l’ultima
sgambatura alla vigilia della gara di Coppa Italia.
Mazzarri li
abbraccia, parla al gruppo, chiede di dare prova di compattezza. Paolo,
capitano azzurro da cinque stagioni, scoppia in lacrime. C’è Totò
Aronica ad abbracciarlo. I due sono inseparabili, nella vita come sul
campo d’allenamento. «Forza Paolo. Sei e sarai per sempre il nostro
capitano», scrive su twitter Edi Cavani. «Un grande abbraccio. Vi sono
vicino, non mollate», il messaggio del Pocho Lavezzi da Parigi.
E poi i tifosi che, con ogni mezzo, hanno cercato di dare coraggio al
più piccolo dei fratelloni Cannavaro. «Hanno infangato il buon nome
della mia famiglia, siamo tutti a pezzi, delusi e amareggiati. Ma che
razza di giustizia è questa?», spiega il papà di Paolo. Fabio, pallone
d’oro e campione del mondo nel 2006 risponde con garbo ma poi glissa: di
commentare non ne ha nessuna voglia.
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