Sorpreso, anzi arrabbiato. «Il presidente del Napoli sa benissimo come stanno le cose». De Laurentiis
è apparso seccato a chi lo ha contattato dopo le dichiarazioni
rilasciate martedì al Mattino dal sindaco De Magistris....
Lo staff del
produttore cinematografico ribadisce che non vi sono stati mai colloqui
con l’Astaldi, l’azienda interessata a formare una società con il Napoli per ristrutturare il San Paolo e poi gestirlo. De Laurentiis preferisce gestire le aziende in prima persona: né nella Filmauro né nel Napoli
ha soci, infatti. Ed in prima persona è pronto ad elaborare un progetto
per ristrutturare il San Paolo (una proposta è già sulla sua scrivania
da tempo) o per costruire un altro stadio altrove. Sì, perché questa
ipotesi rischia di prendere seriamente corpo, ovviamente in caso di
mancato accordo con il Comune di Napoli.
De Laurentiis ha ricevuto da un mese la disponibilità
del sindaco di Caserta, Pio Del Gaudio, per giocare in una struttura da
creare ex novo: il primo cittadino la conferma anche adesso, chiedendo
la risposta entro un mese. Il presidente avrebbe ricevuto anche
l’offerta di un’area di 70 ettari, sempre in provincia di Caserta,
probabilmente a Grazzanise, stavolta da un imprenditore. Lontano da Napoli,
ma non sarebbe da interpretare come una sfida, piuttosto come una
necessità, se il braccio di ferro con il sindaco De Magistris
proseguisse. «Ci sono delle priorità, perché non pensare a quelle?», è
il ragionamento fatto ad alta voce da Castelvolturno a Roma, dagli
uffici del Napoli a quelli del presidente, dove si alternano riunioni sul calciomercato e sul caso-stadio.
Secondo il Napoli è necessario accelerare i tempi su
altri due fronti: la consegna del certificato di agibilità del San Paolo
e la definizione della transazione tra club e Comune. Al momento, la
squadra non potrebbe giocare in Champions League e in campionato a
Fuorigrotta. L’Uefa ha prescritto una serie di lavori da effettuare
nell’impianto per autorizzare i match internazionali e i suoi
rappresentanti torneranno a Fuorigrotta il 9 luglio. Sarebbe stato
necessario consegnare presso la Federcalcio il certificato di agibilità
il 20 giugno, ma non è stato fatto perché il documento non è stato
trasmesso dal Comune, pure sollecitato dal Napoli fin dallo
scorso novembre. Possibile una deroga, però entro quali termini? Prima
della compilazione del calendario di serie A, quindi metà luglio,
secondo quanto filtra dagli uffici federali di via Allegri.
Il Napoli ha indicato all’Uefa e alla Figc lo stadio
«Barbera» di Palermo, dopo aver ricevuto il parere favorevole della
Prefettura locale e del presidente del club rosanero, Zamparini. Il
danno di un trasloco – ipotesi che a palazzo San Giacomo neanche
prendono in considerazione, assicurando che vi sarà l’agibilità del San
Paolo – ammonterebbe a decine di milioni per il Napoli, che in
questa fase neanche può dare inizio alla campagna abbonamenti 2013-2014
né sottoscrivere altri contratti di sponsorizzazione perché non sa dove
giocherà. E va aggiunto l’eventuale calo di introiti per le attività
commerciali di Fuorigrotta, dove sono stati incassati dai 15 ai 20
milioni in occasione delle 25 partite della stagione 2011-2012, quella
della Champions League, secondo un’analisi di esperti.
Il Napoli ha compiuto una serie di interventi allo
stadio in questi sei mesi, superiori al milione di euro. È stata
sottoscritta una transazione da De Magistris e De Laurentiis,
facendo il calcolo di debiti e crediti, tuttavia c’è uno stop provocato
dalla mancata formalizzazione della transazione. Servono firme che
ritardano e il Napoli ne attribuisce la responsabilità alla
macchina burocratica comunale. E intanto la società non solo ha
risistemato il manto erboso con 400mila euro (lavori di sua competenza:
era stata proposta anche la videosorveglianza del campo per evitare
eventuali atti di vandalismo, ma un dirigente comunale ha respinto la
richiesta), ha pure fatto intervenire sei aziende per lavorare sulla
struttura dell’impianto e per sistemare, a distanza di molti anni,
l’impianto di illuminazione.
È una partita difficile quella in corso tra il Comune e il Napoli.
Sembrava tutto chiarito un mese fa, quando in occasione di un convegno
medico a Città della Scienza il sindaco De Magistris annunciò che De Laurentiis
avrebbe ricostruito il San Paolo. La società è in attesa di un bando di
evidenza pubblica per l’assegnazione dei lavori. Intanto, tra un anno –
30 giugno 2014 – scade la convenzione sottoscritta nel 2005 dal sindaco
Iervolino e da De Laurentiis. Il Napoli si augura di non
dovere arrivare alla scadenza per definire un nuovo accordo, dalla
durata più lunga. D’altra parte c’è incertezza su questo fronte perché
la legge sugli stadi non è stata approvata dal precedente Parlamento
(era in discussione alSenato, relatore il senatore Sibilia, presidente
della Provincia di Avellino e del Coni regionale) ed è considerata
fondamentale dalle società calcistiche perché esse avrebbero un ruolo
preminente.
Il Mattino
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