Le scorie delle polemiche dopo la finale di Coppa Italia Primavera tra
Juventus e Napoli non si sono esaurite. Dopo il «caso Gerbaudo», scoppia
il «caso Tutino». Sulla pagina di Facebook del giovane attaccante
napoletano della Primavera (la dicitura è «Official Facebook Fanspage
Gennaro Tutino») ieri sono stati «postati» alcuni pensieri che hanno
acceso provocato una zuffa telematica tra tifosi del Napoli e quelli
della Juventus...
Tutino, dopo aver ringraziato per il sostegno i sostenitori azzurri («È stato fantastico giocare nel mio stadio con una cornice di pubblico incredibile») ha innanzitutto voluto fare un distinguo tra la sua esultanza, successiva al gol del pari firmato a Torino nella gara d’andata della finale, e quella indecorosa di Gerbaudo di martedì.
«La mia era rivolta solo ai tifosi del Napoli e non intendeva istigare qualcuno, visto che qualcuno vuole giustificarsi per i gesti fatti al San Paolo». Poi Tutino ci va giù pesante: «..Anche se in verità per tutti i cori e le cose che ci hanno detto non sarebbe neanche bastato zittirli. Va beh, d’altronde primavera o prima squadra la razza è quella».
Questo «post» ha scatenato l’ira di molti tifosi bianconeri, alcuni dei quali hanno trasceso sconfinando in commenti volgari e censurabili. E a colpi i minacce, offese indegne e insulti orribili ed esecrabili tra opposte fazioni si è andato avanti per circa 1000 commenti. Forse anche per chiarire lo stesso Tutino ha aggiornato lo stato due ore dopo scrivendo: «Ho scritto “stessa razza” ma mi riferivo ai tifosi della Juve… perché gente che invoca il Vesuvio o la nostra morte non può che essere un animale».
Evidente l’astio condannabile di queste parole, ancora più inquietante la deriva che sta prendendo la rivalità tra azzurri e bianconeri, in particolare tra i facinorosi dell’una e dell’altra parte. «Ma quanto parlano questi juventini! Ahahahaha…», ha infine chiosato il 16enne attaccante, grande promessa del Napoli. In tarda serata il management del ragazzo ha spiegato che le parole di Tutino volevano innanzitutto chiarire che la sua esultanza non può essere paragonata a quella di Gerbaudo e che il giovane attaccante è stato «trascinato in una polemica eccessiva, dal momento che vanno censurati tutti i cori sprezzanti e che producono insulti», slogan che non possono appartenere ai tifosi di calcio. Forse è arrivata l’ora di darsi una regolata, e i primi a doverlo fare sono i protagonisti di questo sport. Il Mattino .
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