Napoli è sempre stata una piazza calda, un posto dove i giocatori venivano sapendo di incontrare una città intera, un popolo intero, innamorato del calcio e della maglia azzurra. C'è stato il tempo in cui questa era la forza di Napoli, sostenere ed incitare i giocatori permettendogli prestazioni incredibili solo grazie all'adrenalina e all'emozione del tifo, per poi essere sostenuti ed aiutati nei momenti difficili.
Oggi le cose sono decisamente cambiate, quel calore si esprime solo nelle vittorie, e appena le cose iniziano ad andare male, giu le critiche, i fischi, le bestemmie, gli insulti. Cose gravi, non semplice malumore per non essere primi in classifica o in una rincorsa vera alla Juventus. Bastano pochi pareggi e una sconfitta...e giu l'inferno.
Complice e gran colpevole di questo mutamento del tifo partenopeo sono sicuramente i tanti giornali e giornalini spuntati in questi anni e soprattutto dalla Serie C in poi, quando i più furbi capirono che con De Laurentiis sarebbero arrivati anni "d'oro". Insomma per colpa di giornalai che distruggono gli spogliatoi, insultano gli allenatori, educano il tifo alla tolleranza zero, siamo diventati uno Juventus Stadium, ma decisamente più brutto e vecchio.
Poca conta tutto ciò, che vedrà d'accordo con noi pochi lettori, ma pensiamo al nostro Napoli, in questa stagione che aveva esaltato solo chi si era fatto trasportare più dalla voglia di rivalsa che dalla razionalità. "Proviamo a portare a casa il terzo posto, proviamo a vincere la Coppa Italia e andiamo avanti più possibile in Europa League." Sono queste le parole che dovrebbero uscire da Benitez e De Laurentiis, invece il primo si limita ad appelli (che comunque condividiamo e sottoscriviamo) all'unità e il secondo è piombato invece in un fantastico silenzio, strada della saggezza che avrebbe dovuto intraprendere tanto tempo fa, invece di fare proclami e promesse.
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